Il popolo è sovrano
- Redazione
- 8 ott 2020
- Tempo di lettura: 2 min
di Alessio Spaziani
Il Referendum Popolare confermativo della riforma costituzionale inerente il taglio dei parlamentari del 20 e 21 settembre 2020, come di consuetudine, è stato motivo di dibattito non solo tra le forze politiche, ma allo stesso modo fra la popolazione. I due comitati referendari hanno ampiamente illustrato le motivazioni per cui bisognava confermare o abrogare tale riforma. Le ragioni del "Sì" hanno prevalso nelle votazioni nonostante i sostenitori del "No" ritenessero che la stessa avrebbe portato a rischi di tenuta della nostra democrazia. Gli elementi che hanno indotto gli elettori alla conferma riguardano punti molto validi. Innanzitutto era necessario portare un numero di parlamentari simile a quello di altre democrazie occidentali, ossia rapportare in modo adeguato eletti e popolazione. Inoltre già in passato era stata applicata una riduzione di eletti ai vari livelli istituzionali, escluso il Parlamento, infatti consiglieri regionali, comunali e municipali erano già stati ridotti. Il problema della tenuta della democrazia, denunciato dai sostenitori del "No" non sussiste in quanto in Italia il potere legislativo viene esercitato non solo dalle Camere, ma anche nei Consigli Regionali e dagli europarlamentari. Un altro valido motivo per confermare la riforma è il peso politico del singolo parlamentare: in un Parlamento di 945 parlamentari il peso di un assenteista è irrilevante, mentre in un Parlamento di 600 membri tale peso è più influente, ciò indurrebbe le forze politiche a spingere i loro rappresentanti a frequentare più assiduamente le commissioni e le votazioni in aula in modo da avere maggiori probabilità di vedere approvate le proprie proposte di legge. Secondo l'articolo 67 della Costituzione il parlamentare viene eletto a livello territoriale ma, una volta eletto, il parlamentare rappresenta la Nazione e non un territorio delimitato. Poiché i parlamentari vengono eletti in rapporto alla popolazione, il problema della rappresentatività di territori denunciato dai sostenitori del "No" non ha consistenza. A livello economico una conseguenza del taglio dei parlamentari è un risparmio del 30% sul bilancio delle Camere che, può sembrare irrilevante a livello complessivo dello Stato, ma è sicuramente corposo se considerato a livello del singolo ente. A livello istituzionale si può considerare che tale riforma è stata votata per ben quattro volte dal Parlamento e che, quindi si può definire già come volontà del popolo italiano.
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