A 500 anni dalla morte del Divin Pittore
- Redazione
- 7 ott 2020
- Tempo di lettura: 2 min
di Serena De Santis
1483 – 1520
2020, a 500 anni dalla morte del Divin Pittore
“Nacque dunque Raffaello in Urbino, città notissima in Italia, l’anno 1483 alle tre di notte da un tale Giovanni de’ Santi, pittore non meno eccellente ma sì bene uomo di buono ingegno e atto a indirizzare i figli per quella buona via che a lui non era stata mostra nella sua bellissima gioventù.”
Annuncia così Giorgio Vasari la nascita di uno tra i più grandi geni del Rinascimento e della storia dell’arte.
Raffaello Sanzio nasceva ad Urbino il 6 aprile 1483. Fin da piccolo ebbe modo di educarsi nella bottega del padre e nella corte dei Montefeltro. I suoi innumerevoli spostamenti ,inoltre, contribuirono a farlo diventare il grande artista che è stato : tra Roma, Perugia e Firenze (dove si consultò con Michelangelo e Leonardo Da Vinci) raggiunse un supremo equilibrio tra l’applicazione delle regole dell’arte, l’imitazione della natura e la dolcezza dell’espressione. Una tale maestria lo portò quindi ad iniziare nel 1518 una delle sue più grandi e maestose, stupefacenti opere: La Trasfigurazione. Quest’ultima però non fu mai completata a causa della sua improvvisa scomparsa il 6 aprile del 1520.
Dunque, 500 anni fa moriva Raffaello. Molti sono i dubbi, le incertezze e le leggende su questo avvenimento e ancora oggi non abbiamo una risposta certa. Il Vasari, grande studioso e storico dell’arte di quei tempi, sostenne che la morte così precoce (37 anni) sopraggiunse dopo quindici giorni di malattia causata da “eccessi amorosi” (un eufemismo per la sifilide) e inutilmente curata con svariati salassi. Un’altra fra le tante ipotesi è quella connessa proprio al capolavoro di cui parlavo prima, La Trasfigurazione, emblema della fama e del potere raggiunti dall’artista nella corte papale. Fama e potere che portarono rancore e gelosia tra la concorrenza e, di conseguenza, un potenziale avvelenamento quasi del tutto dimostrato nel 1722, quando dopo la riesumazione del corpo di Raffaello i segni dell’arsenico sul cadavere parvero evidenti : conservato alla perfezione dopo oltre duecento anni. Dunque il decesso dell’artista fu un mistero, un evento clamoroso sul quale, come ho detto prima, ancora oggi aleggiano dubbi e miti. Quel che è sicuro è che tale fatto coincise con la fine del Rinascimento, privato oramai dall’ideale di grazia e bellezza che Raffaello aveva costruito in così poco tempo.
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